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Il Profilo di Marcello Vitaliti

Nasce a Palermo, il 23 maggio del 1956, da una famiglia medio borghese e piena di tante aspirazioni e progetti di vita. S, Marcello o meglio Marcello attraversa il periodo della adolescenza nel pieno degli anni della prima contestazione giovanile e l’inevitabile innamoramento delle grandi ideologie politico sociali dell’800 e del ‘900.

In quegli anni cresce sempre di più la consapevolezza e il rispetto per i valori della vita e il profondo rispetto di questa in tutte le sue forme. Sotto questa spinta e quella innata della curiosità, dopo avere concluso gli studi liceali, s’iscrive in Medicina presso l’Ateneo di Palermo e, nel 1980, dopo meno di 6 anni, consegue la laurea sempre nella stessa Università.

Lo stesso anno s’iscrive alla scuola di specializzazione in Pediatria e consegue il diploma nel dicembre del 1983. Gli anni del corso di laurea e di specializzazione sono anni intensi di esperienze e tra queste quella che più di tutte influirà sul futuro del giovane Marcello è quella vissuta come volontario presso il collegio di Santa Maria della Sapienza a piazza Magione a Palermo.

In tale struttura, gestita allora dalle suore di Madre Teresa di Calcutta, erano accuditi con grande amore e ferrea volontà tanti diseredati e tra questi un gruppo di minori alcuni dei quali affetti da gravissime malattie.

Tale esperienza con la vera sofferenza umana farà da guida sulle successive scelte professionali, dedicando l’intera vita professionale alle cure intensive in età pediatrica e nello specifico nell’età neonatale. Nel 2000, una drammatica esperienza di salute personale, arricchirà ulteriormente la vita sia privata che professionale ricolorando il rispetto per i valori della vita che, nel corso degli anni era andato sbiadendo.

Successivamente a questo momento di profonda riflessione ricoprirà ruoli professionali di direzione di reparti ospedalieri sino all’attuale che ricopre dal 2012 quale direttore della Terapia Intensiva Neonatale dell’ARNAS Ospedale Civico di Palermo. La vita professionale e la vita privata da sempre si sono embricate e questo ha fatto si che vi fosse sempre molto “cuore” nel delicato rapporto professionale con il paziente e in particolare quello con il paziente neonato dove oltre quello diretto non verbale, vi è quello molto complesso, indiretto, con i caregivers.