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Lettera ai giovani per un progetto di vita gentile

Consapevoli di andare un po’ controcorrente, ci pare che ai giovani oggi si possa chiedere la disponibilità a progettare la propria vita con gentilezza, cioè con una proiezione armonica, che metta in equilibrio il sé con l’altro, le proprie aspirazioni con la realtà esterna, il sentimento con la ragione.
Si dice solitamente che un giovane deve perseguire i propri obiettivi ad ogni costo.
Ma questa è un’espressione esasperata che non rispetta l’armonia dell’uno con il tutto.
Si dice solitamente ai giovani che devono tenere alte le proprie attese, che devono pensare a costruirsi un futuro, prima di ogni altra cosa.
Anche qui l’espressione è troppo forte ed esclusiva. E poi … quanti doveri! I giovani devono, devono, devono …
Per fortuna ogni tanto la natura ha il sopravvento e i nostri ragazzi trovano spazio anche per il piacere, che non è affatto peccato e trasgressione, ma una equilibrata spontanea adesione alle cose belle della vita: una passeggiata, un ballo, un frutto colto dall’albero, una nuotata, un bacio …
In questo modi si comprende come nella quotidianità dovere e piacere si mescolino e ci radichino a poco a poco a quell’humus dal quale proveniamo e nel quale desideriamo crescere e costruire la nostra vita. Forse senza grandi impennate, forse senza quelle ambizioni spropositate che, tranne in alcuni casi rari, ci fanno ricadere delusi e amareggiati.
“Aurea mediocritas” dicevano gli antichi, rispetto della natura dell’uomo, che non necessariamente deve diventare un numero uno, ma anzi deve imparare a convivere con tanti suoi simili, rispettando se stesse e gli altri in una realtà che ci appartiene, con le sue tradizioni, le sue ricchezze, le sue difficoltà.
E’ vero che viviamo in un mondo sempre più dilatato, il famoso “villaggio globale”, ma è vero che i salti nel buio sono spesso rischiosi e ci portano a trascurare quelle certezze che scaldano il cuore nei momenti difficili. Ecco perché quando si sente parlare di fughe di cervelli dall’Italia, viene dolorosamente in mente un paese in crisi, una società decadente, ma viene anche alla mente l’egoismo, l’ambizione smodata, l’aridità dei sentimenti familiari e civici. Quei sentimenti che ogni giovane dovrebbe invece tornare a coltivare nel proprio progetto di vita, galvanizzandosi nella lotta per conquistarsi il suo piccolo-grande spazio in un paese arricchito e rinnovato dall’impegno di tutti noi.

Parma, 28/02/2013
A.M.F.B.