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RIFLESSIONI SUL PARCO DELLA GENTILEZZA

C’è un angolo di verde, in fondo a una via. È tagliato in due da un sentiero con le panchine, su cui puoi trovare ora qualche sfaccendato che fuma, ora due anzianotte che parlano ad alta voce come si usa nei quartieri popolari. Da un lato di questo piccolo parco, fittamente ombreggiato, vi è un bel recinto in legno per i cani, dove ogni tanto c’è qualcuno che porta il proprio fedele amico a sfogarsi un po’, dopo lunghe ore trascorse in spazi domestici troppo ristretti. Dall’altro lato, appena un po’ più assolata, c’è l’area bimbi. È ben arredata, con altalene, scivoli, cavallucci a molla vivacemente colorati. E qui immagini bambini che giocano, che sognano, lanciando gridolini nell’aria pulita … Ma aihmè, i piccoli nelle nostre città sono pochi e per lo più raccolti tutto il giorno dentro gli asili, lontani dai genitori e dai nonni, che hanno rinunciato al loro ruolo di educatori per rincorre il “lavoro”.
È una strana società la nostra, dove le donne si stressano con la testa sui computer, pensando alle loro case trascurate, ed altre si stressano fra lo strepitar di bambini o ragazzi che non sono i loro.
È una strana società la nostra, dove molti anziani sono costretti a trascinar le stanche membra, magari tra cassette di frutta o di verdura, in attesa della mitica pensione, mentre i loro nipoti ventenni non hanno nulla da fare, nemmeno un po’ di addestramento militare, e passano il tempo frustrati da ore e ore ai videogiochi, ormai incapaci di comunicare dal vivo, esprimendosi solo a grugniti.
È tutto un mondo un po’ alla rovescia… forse abbiamo sbagliato qualcosa, forse per troppo volere, abbiamo perso molto. Forse ha ragione il professore, che, durante una conferenza, l’altro giorno, sosteneva che la gentilezza è l’esperienza della diminutio, del fare un passo indietro, del prendersi cura delle persone, del riappropriarci delle nostre relazioni, trovando un’armonia nuova nel vivere insieme.
Mi sembra un’impresa difficile ora… ma ci voglio credere. E forse questo Parco della Gentilezza, che adesso sembra più un parco della malinconia, vuole essere appunto una provocazione, un modo per far riflettere.

Myriam Bigi

Parma, 24/04/2017